È bello questo cambiamento. Dai il voto ad una forza politica nuova, perché è radicale nel denunciare la sinistra, il suo essere troppo spostata a destra, troppo indulgente nei confronti degli interessi dei più forti, troppo distante dai territori, dalle emergenze ambientali e da quelle sociali, come la mancanza di lavoro o come il dramma di chi il lavoro lo fa ma non viene pagato.
Per queste ragioni, voti un movimento nuovo, che viene dal basso, fatto di gente comune perché sembra garantire che le cose cambieranno davvero, finalmente. Lo voti forte e vince; vince forte.
E nell’esatto istante in cui vince, quel movimento intraprende un percorso incredibile di trasformazione, scandito da una serie incalcolabile di piccoli e grandi cedimenti rispetto alla originaria linea ideale; quella linea tracciata per definirsi nel confronto con gli “altri”; quella linea che doveva essere invalicabile, perché fondata su valori non negoziabili; quella per la quale l’avevi scelto.
È una torsione impressionante, che porta al pieno e un po’ malinconico svuotamento di senso dell’intero movimento che invece che farfalla è ormai ridotto a una crisalide vuota di iniziativa e di credibilità.
La creatura che al suo fianco si prepara a spiccare il volo non è il trionfo dei valori del movimento. Chi sta per tornare a dominare la vita politica italiana è la destra della Lega, di Forza Italia, degli ex AN.
È bello questo cambiamento che restaura un passato e un’egemonia che solo due o tre anni fa apparivano una pagina dimenticata di una vecchia e brutta storia novecentesca.