Uno dei reati ambientali e sociali più odiosi che caratterizza i nostri tempi è lo sversamento illegale di rifiuti tossici nelle cave del territorio.
È una pratica che favorisce la diffusione di tumori e altre malattie che possono distruggere la vita di centinaia di persone e di intere comunità.
Questi sversamenti illegali avvelenano la terra, i prodotti che essa produce, gli animali che vi abitano, colpendo al cuore le economie locali, le sue possibilità di sviluppo sostenibile, equilibrato, aperto e partecipato da tutti.
Pochi delinquenti, sfruttando un bene collettivo, possono ammazzare un intero territorio, un’intero distretto territoriale, la vita e l’economia, il presente e il futuro di migliaia di persone. Tutto questo solo per ottenere uno squallido arricchimento personale.
La Sardegna conta centinaia di cave sparse nel suo territorio. Le conseguenze del loro utilizzo illegale sono tutt’altro che lontane dalla nostra quotidianità, lo abbiamo visto altre volte.
Istituzioni e società civile non possono non farsi carico attivamente di questo problema, se non voglio diventare complici di un questo crimine insopportabile. Cultura, controllo, informazione, sensibilizzazione sono strumenti da potenziare per promuovere la difesa attiva del nostro capitale collettivo.